Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. 20 gennaio 2008
Partendo forse dai presupposti dello Spazialismo, di cui Lucio Fontana è il principale interprete, Enrico Baj e Sergio Dangelo pubblicano a Milano nel 1951 il Manifesto tecnico della Pittura Nucleare.
Partendo dal presupposto della necessità del mutare, quale condizione
essenziale dell'esistenza, elaborano i presupposti teorici del
movimento.
Nel Manifesto della Pittura Nucleare, lanciato a Bruxelles in occasione della mostra alla Galleria Apollo nel febbraio del 1952 si legge: i Nucleari vogliono abbattere tutti gli
"ismi" di una pittura che cade invariabilmente nell'accademismo.
Vogliono reinventare la Pittura. A questi primi due si aggiungono poi Gianni Dova, Gianni Bertini e Mario Colucci.
Nelle loro opere vi è una visione intuita e la materia si trasforma in
energia e movimento. Non contemplazione ma una posizione attiva e
dinamica.
I Nucleari furono preceduti dagli Eaisti, un gruppo di pittori e poeti livornesi, guidati dal pittore Voltolino Fontani, che dell'Eaismo fu l'ideatore. Si legge nel Manifesto dell'Eaismo,stilato
nel 1948, che l'"EAISMO vuole riportare l'arte a riattingere i suoi
supremi valori, cioè ad esprimere con essenzialità ed intimità la
nostra presenza nel mondo...Si chiama EAISMO, cioè movimento dell'Era
Atomica (E, A, ismo) perché la scoperta dell'energia atomica è
riguardata dagli EAISTI come l'acquisizione di un principio capace di
rivoluzionare la nostra concezione dell'universo, e quindi di alterare
quell'equilibrio sentimentale morale che in essa trovava il suo
appoggio... L'EAISMO propone perciò all'indagine artistica un nuovo
contenuto, invitando gli artisti a saggiare la consistenza e solidità
dei miti della nostra pericolante umanità, convinto com'è della
necessità che l'arte riprenda contatto con la realtà della vita ed i
suoi sentimenti con impegno e sincerità; e propone altresì, su un piano
tecnico, di esprimere i risultati lirici e figurativi di quell'indagine
con essenzialità, sinteticità ed intuibilità". Ma gli Eaisti non si
limitavano alle trovate teniche dei Nucleari e al loro intento di
riprodurre sulla tela le radiazioni atomiche: il loro messaggio si
allargava al campo etico-civile, quando esortavano l'umanità a prendere
le distanze da certi traguardi del progresso, compresa l'energia
atomica e le sue drammatiche potenzialità.
Gli Eaisti Voltolino Fontani, Marcello Landi, Angiolo Sirio Pellegrini, Aldo Neri e Guido Favati si inserirono nel dibattito sorto a metà degli anni Cinquanta sul diritto di primogenitura della pittura atomica, iniziato da Baj contro Dalì,
che si dichiarava il precursore della pittura nucleare; vi furono anche
strascichi giudiziari presso il Tribunale Civile di Roma.